Storie di Rinascita: Intervista a Fabiana Pozzi
Settembre 17, 2021 / adminlauraTorna lo spazio del blog dedicato alle storie di rinascita di donne coraggiose che hanno scelto di fare della loro passione una missione.
In questo articolo vi racconto la storia di rinascita di Fabiana Pozzi che ama definirsi “creatrice di leggerezza”. Lei è una counselor, floriterapeuta, riflessologa e presto naturopata.
A fine 2020 ho ricevuto un’email da Fabiana in cui mi diceva di essere rimasta molto stupida dalla connessione che aveva sentito rispetto ad alcune riflessioni e spunti che le avevo condiviso in merito alla sua parola dell’anno.
Da lì a poco ci siamo sentite per conoscerci ed è nata subito una bellissima sintonia. La sua storia mi ha colpito molto e ho deciso di condividerla con chi mi segue, certa che possa essere di grande ispirazione per tutte le donne che vogliono dare massima espressione a sé stesse creando progetti allineati ai loro valori, talenti e sogni.
Com’è iniziato il tuo viaggio di rinascita?
Ricordo quel periodo come se fosse ieri. Svolgevo un lavoro in azienda che non amavo e sentivo di essere arrivata al limite.
In realtà era un lavoro che mi ero guadagnata con gli anni, con un’ottima posizione, un buonissimo stipendio e un rapporto equilibrato con tutte le figure aziendali con cui interagivo. Eppure, non stavo bene.
Mentre negli anni ero sempre riuscita a trovare un modo e una ragione per motivarmi, in quel periodo sentivo che il desiderio di spingermi con coraggio verso la vita che desideravo era davvero pressante. Non ho potuto fare a meno di ascoltarlo.
Ogni giorno percepivo dentro di me emozioni contrastanti. Immaginare di realizzare la mia attività professionale mi rendeva felice e piena di gioia. Allo stesso tempo il lavoro aziendale mi stimolava emozioni di tristezza e insofferenza. Fisicamente aumentavano i miei disagi. Avevo spesso mal di stomaco e iniziavo a non dormire bene.
Cosa ti ha spinto a iniziare questo viaggio?
Ho sempre pensato che le situazioni, gli incontri e tutto ciò che ci accade non capita per caso. Ha un preciso senso rispetto alla nostra missione di vita. Le esperienze professionali aziendali mi avevano permesso di capire quanto fosse bello e semplice per me ascoltare gli altri e guidarli a loro volta nell’ascolto di sé stessi.
Ho capito che questo per me rappresentava un talento e che avrei voluto svilupparlo al meglio e trasformarlo in un lavoro.
All’inizio non avevo la chiarezza necessaria per scegliere, con certezza, un percorso piuttosto che un altro. Poi è successa una cosa davvero particolare. Una notte ho fatto un sogno all’interno del quale compariva una parola che fino a quel momento non avevo mai sentito: counseling.
L’indomani mi sono subito messa al computer per fare ricerche e saperne di più. Da lì tutta la mia energia si è indirizzata su questo canale finché ho trovato il Master di Counseling giusto per avviare la mia rinascita professionale.
Mentre frequentavo il Master lavoravo a tempo pieno in azienda. Il diploma è stato l’elemento di svolta. Dopo essermi diplomata counselor ho sentito che era giunto il momento di concedermi l’opportunità di fare della mia passione la mia professione.
Quale prove e ostacoli hai superato?
I principali ostacoli si sono concentrati soprattutto all’inizio. Erano principalmente generati da me, dalla mia stessa mente. Mi chiedevo se ce l’avrei fatta, se potevo permettermi di fare questa scelta. Mi domandavo se sarei riuscita a fare tutto, se avrei avuto il tempo e le competenze.
Una volta presa la decisione la più grande prova che mi sono trovata ad affrontare è stata il passaggio da un lavoro dipendente a uno da libera professionista. Non immaginavo potesse essere così diverso, da tutti i punti di vista. Mi sono reinventata da cima a fondo, ridefinendo un nuovo modo per vivere le mie giornate.
In questa fase, gli ostacoli più grandi sono stati due:
- Mentre nel lavoro da dipendente ricoprivo un ruolo e svolgevo tutte le mansioni connesse a quel ruolo, in questo nuovo lavoro mi ritrovavo a svolgere attività mai svolte prima e che esulavano dal mio ruolo specifico (amministrazione, pianificazione, organizzazione, creatività, scrittura, video…).
- Sapere che non avrei più avuto lo stipendio fisso accreditato ogni mese sul conto corrente, ma che mi sarei dovuta rimboccare per bene le maniche e costruire da zero la mia nuova attività.
Questi due ostacoli erano quelli che mi tenevano più sulle spine e sono stati quelli che mi hanno fatto procrastinare per un po’ la scelta.
Quali risorse ti hanno aiutato?
Le risorse che mi hanno aiutato a prendere la decisione di cambiare sono state:
- Il sostegno da parte delle persone per me più care. Ricordo ancora mio marito che mi disse: “Tu prima di tutto segui la voce del cuore. Qualunque essa sia, io ci sarò”. Questo mi dava una forza incredibile e mi motivava tantissimo.
- Una buona componente di rischio perché sapevo cosa avrei lasciato, ma non immaginavo cosa avrei potuto trovare dall’altra parte, se non la certezza di fare un lavoro che mi nutriva. E questo alla fine mi è bastato per darmi la spinta!
Quali emozioni sono emerse più forti durante il viaggio?
Le emozioni principali con cui mi sono trovata spesso faccia a faccia sono state la paura di sbagliare e di non poter più tornare indietro, compromettendo così definitivamente la mia dimensione professionale. Unita alla paura di non poter essere più autonoma e di non poter più fare ciò che – fino a quel momento – avevo fatto con estrema libertà.
A questa emozione si accompagnavano spesso dubbi, ripensamenti e rimugini mentali.
Qual è la parte di te su cui hai lavorato per realizzare la vita che desideravi?
La parte su cui ho lavorato maggiormente è stata l’autostima connessa soprattutto alla capacità di riconoscere il mio valore, le mie capacità, le mie competenze e alla possibilità di metterle a disposizione della mia professione.
In questo mi ha aiutato tantissimo il Master di Counseling perché mi ha proprio permesso di mettere luce sulle mie risorse e sulla possibilità di migliorarle, accrescerle e rinforzarle.
Quali sono stati i tuoi alleati?
Sarò sempre grata alla mia famiglia che, fin dall’inizio, mi ha sostenuta nell’implementare questa scelta. I miei genitori si sono sempre fidati di me, anche in questa scelta che comportava davvero un cambiamento radicale. Mio marito poi mi ha sempre espresso il suo appoggio totale.
E posso dire con grande soddisfazione di aver creduto in me e di essermi data il permesso di sperimentare, di fare questa nuova esperienza con coraggio e amore per tutto ciò che sarebbe stato.
Qual è stato il cambio di percezione più significativo?
Con questa scelta è cambiato TUTTO!
È cambiato il mio modo di vivere le giornate, la mia flessibilità nell’organizzare la mia agenda, il rapporto con le persone. Ho scoperto risorse di me che non ricordavo di avere e ho lasciato che altre si mettessero in secondo piano.
All’inizio quasi non mi riconoscevo. Poi mi sono accorta che quella che si stava mostrando era davvero una nuova me.
Cosa è cambiato?
Ho scoperto di essere creativa, aspetto che – fino a quel momento – non avevo mai considerato di me. Anzi lo avevo addirittura rinnegato e allontanato. Non mi reputavo per nulla creativa e il motivo – scoperto poi dopo – era che non mi ero mai concessa di esplorare quella parte.
Poi è emersa la mia capacità di saper fare molte più cose di quelle che immaginavo, comprese quelle che fino a quel momento non avevo mai preso in mano: creare video, usare i social con una certa pianificazione, parlare di me, gestire la parte amministrativa del lavoro, utilizzare software specifici per foto o scrittura, ecc.
Ho avuto il piacere di accorgermi che sono dotata anche della risorsa della flessibilità perché le mie settimane lavorative cambiano e si rimodellano alla velocità della luce, e io con loro.
Insomma la me di adesso mi piace. Dico “di adesso” perché agli inizi – nella fase ancora di passaggio da una realtà all’altra – è stata dura vedermi cambiare così. Mi accorgevo che mi stavo trasformando e notavo che le persone che mi avevano sempre conosciuta in un modo non erano felici di assistere a questa trasformazione.
Ora mi guardo con grande soddisfazione per tutto quello che ho fatto fino a qui e per tutto il miglioramento che ancora posso mettere in atto.
La me di prima la descriverei coraggiosa, energica, solare, determinata e anche piuttosto rigida, pignola, insofferente, quadrata.
Se penso alla nuova me rivedo la figura di Mary Poppins. Non perché io sappia volare, bensì perché mi vedo coraggiosa, energica, solare, sorridente, leggera, flessibile, creativa e morbida, in contatto con la sua magia quotidiana, con tanta voglia di studiare, imparare e migliorare.
Di sicuro ciò che ha fatto la differenza è stata la determinazione e il voler vedere il mio sogno realizzato, oltre al crederci seriamente!!!!
Quando ti sei sentita rinata?
Il momento esatto in cui mi sono sentita rinata è stato quando ho iniziato a mettere in pratica ciò che avevo studiato iniziando a fare come lavoro ciò che amavo. È stato bellissimo!!!
Rappresento la mia rinascita come un’alba, con la sua delicatezza e al tempo stesso determinazione, con i suoi colori e i suoi profumi. Mi sono sentita proprio così.
Cosa ti ha fatto sentire rinata?
Il poter applicare con mano quanto avevo studiato fino a quel momento, il realizzare che stavo facendo come lavoro ciò che amavo, l’accorgermi che con i miei strumenti e le mie competenze ero in grado di aiutare le persone, l’organizzarmi il tempo con libertà e capire che finalmente potevo incamminarmi lungo la strada della mia missione di vita.
Qual è stato l’insegnamento più importante di questo viaggio?
Ho imparato che ogni esperienza ha sempre tantissimo da insegnarci, purché siamo disposte a rimanere in ascolto di noi stesse, di tutte le nostre parti (mente, corpo, intuito) senza giudicarci.
Il primo passo fondamentale necessario per rendere reale il cambiamento è stato focalizzarmi sul VOGLIO, lasciando andare tutto ciò che, invece, conservavo sotto il cappello del DEVO.
Ho lasciato andare molte convinzioni limitanti (es. Per riuscire ad andare avanti occorre avere un lavoro dipendente solido e stabile, Non è possibile vivere con le mie passioni, Non ho le capacità per fare un cambio così radicale a questa età, ecc.).
Ho accettato che potevo sbagliare e che avrei potuto fare marcia indietro. Ho accolto l’idea che all’inizio sarebbe stato impegnativo, ho messo in conto che avrei potuto lavorare durante il weekend o a orari diversi dal solito.
Mi sono data la possibilità di credere che oltre al tipo di lavoro che avevo fatto fino a quel momento ci fosse anche tanto altro di valido e sicuro.
L’errore che mi ha bloccato maggiormente e che ancora oggi mi tende ogni tanto dei tranelli è dare retta alla paura e restare ferma senza muovermi. Rischiare e procedere mi ha insegnato che la paura non è né buona né cattiva, dipende sempre dall’uso che ne facciamo. Se la prendo come stimolo per conoscermi meglio, mi aiuta a sentire dove c’è bisogno che io metta più amore per recuperare tutta l’energia utile ad agire.
Quale progetto ha dato piena espressione a te stessa?
Il processo di trasformazione si è tradotto in molti cambiamenti, alcuni ancora in atto.
Ogni mio servizio rappresenta per me un progetto creativo: un processo che nasce da me per arrivare all’altro.
Il primissimo progetto creativo che ha parlato di questa rinascita anche agli altri è stato senza ombra di dubbio il mio sito e le mie pagine social.
Qual è la tua missione? L’impronta che vuoi lasciare con il tuo lavoro?
Con il mio lavoro aiuto le persone a creare la vita che desiderano, attraverso l’ascolto di sé e dei loro bisogni. Lo faccio con un approccio completo che unisce Mente, Anima e Corpo, per ritrovare leggerezza nei propri pensieri, emozioni e sensazioni.
La mia missione è riempire il mondo di Leggerezza aiutando ogni persona che sceglie di farlo a creare la vita che desidera, evitando di portare avanti una vita che qualcun altro ha scelto per lei/lui.
In ambito professionale mi definisco una Creatrice di Leggerezza proprio perché aiuto le persone a ricontattare le risorse che gli permettono di essere autentiche e di dipingere la loro vita a propria immagine e somiglianza.
Qual è il tuo motto?
Ascolta, sorridi e vivi con leggerezza.
Pensare e vivere con leggerezza non significa essere persone leggere. Significa scegliere il sorriso, e il sorriso è una scelta coraggiosa. Significa ascoltare i propri bisogni e fare di tutto per realizzarli.
Quale risorse vuoi condividere con chi leggerà questa storia?
Sai ognuno di noi può vedere la vita come un terreno disseminato di trappole da evitare o come un vasto campo di gioco che offre ad ogni angolo un’esperienza capace di arricchire chi la compie
Tratto dal libro “La felicità viaggia sempre in incognito” di L. Gounelle
Se vuoi conoscere meglio Fabiana
Il video che racconta la sua storia di rinascita è disponibile su Instagram.
Oppure puoi vederlo qui sotto.
Se vuoi saperne di più su Fabiana e i suoi bellissimi progetti, visita i suoi canali:
Qui sotto trovi un altro estratto dell’intervista con Fabiana in cui le ho fatto le 3 domande con cui concludo sempre le mie interviste. Sono 3 domande che riguardano i 3 pilastri che considero fondamentali in qualsiasi storia di vita vissuta con autenticità, creatività e consapevolezza.
Torniamo al presente
Immagina di incontrare “Immaginazione” a colazione mentre sta pensando a tutte le cose pazze che vorrebbe fare, e anche tu non vedi l’ora di condividere le tue? Quali sono?
- Un intero percorso per portare la Leggerezza nella propria vita con moltissimi strumenti che integrino corpo, mente, energia e anima
- Scrivere un libro
- Il terzo è per il momento Top Secret 😉
Sei a pranzo con “Consapevolezza” e ti sta parlando dei suoi tanti sé, e poi ad un certo punto ti chiede parlami dei tuoi. Cosa gli rispondi?
- Il sorriso
- Il rapporto con il mio intuito
- L’ascolto
Sei a cena con “Azione ispirata e creativa” che ad un certo punto ti chiede “qual è il segreto che ti ha permesso di realizzare concretamente il tuo sogno/progetto di rinascita?”
Crederci, desiderarlo fortemente e sperimentarlo!
Per concludere
Nei prossimi mesi continuerò a pubblicare storie di ispirazione che parlano di donne che come Fabiana sono rinate quando hanno scelto di essere felici esprimendo la loro autenticità e mettendo i loro talenti al servizio degli altri.
Se anche tu vuoi raccontare la tua storia di cambiamento, scrivimi a: laura@doloveyourself.com.
Fammi sapere cosa pensi di quest’articolo nei commenti qui sotto.
Pensi che questo articolo possa interessare qualcuno che conosci? Giraglielo.
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