Essere o non essere: chi lo decide? Come costruire l’Autostima!
Gennaio 10, 2020 / adminlauraVoglio iniziare l’anno condividendo con voi ogni mese una curiosità su di me e sul percorso di trasformazione che ho intrapreso nel corso della mia vita. Inizio con un detto molto diffuso almeno quando ero bambina -“Ogni riccio un capriccio” – per raccontarvi brevemente di quando ero adolescente e avevo problemi di autostima.
Queste parole mi riportano a un periodo in cui non mi piacevo e facevo fatica ad accettare tante cose di me. Quando mi imbottivo il reggiseno con il cotone per sembrare più formosa, o indossavo dei pantacollant – come si chiamavano allora (i cosiddetti leggings) – sotto ai jeans per sembrare più in carne. Quando mettevo la mano di fronte alla bocca mentre ridevo per nascondere il sorriso. Oppure quando cercavo di abbassarmi un po’ nelle foto di classe perché ero la più alta delle ragazze a scuola.
Insomma penserete che non abbia passato un’adolescenza così felice e spensierata. In parte avete ragione a pensarlo. Sarei stata sicuramente più spensierata se avessi avuto meno paranoie e fisime mentali. Devo dire però che la mia capacità di mettermi in gioco unita a un forte senso di ironia mi hanno consentito di godermi comunque questo periodo, imparando a convivere con le mie paranoie.
Cosa non sopportavo più di tutto
C’è anche un’altra cosa di me che ho sempre fatto fatica ad accettare e con cui ho combattuto per molto tempo: i miei capelli ricci.
A casa non ci sono foto di me riccia se non di quando ero molto piccola e non ero ancora in grado di tenere in mano e usare un phon o una piastra, come si può vedere dalla foto qui sotto 🙂
Per anni ho provato di tutto per avere capelli lisci e perfetti, capelli che mi facessero sentire a mio agio e in controllo, fino a qualche mese fa, quando lo stiraggio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Mi sono detta che non sarei mai più arrivata a tanto: sottoporre i miei capelli a un’aggressione così innaturale era troppo per me.
Qual era la ragione profonda dietro a questa fissazione?
Ci sono voluti anni per capire che non si trattava solo di una fissazione molto comune tra chi ha i capelli ricci per i principi che l’erba del vicino è sempre più verde e che vogliamo sempre quello che non possiamo avere. Alla base di questa sorta di ossessione, c’era una ragione molto più profonda e complessa di una semplice fissazione o preferenza estetica. C’era il tentativo di reprimere una parte di me – libera, creativa, un po’ ribelle – che solo dopo tanti anni ho iniziando ad apprezzare e far uscire nella sua totalità.
Cosa mi ha impedito prima di farlo? Una convinzione radicata nella mia mente che non ho mai messo in discussione: il fatto di non sentirmi bene e bella con i capelli ricci, di non sentirmi adeguata.
Cosa ha creato questa convinzione in me?
Alla base c’era il bisogno di sentirmi adeguata scaturito da un senso di inadeguatezza che a sua volta era stato determinato da interpretazioni distorte di una serie di eventi accaduti in età molto giovane. In un certo senso, avere controllo dei capelli era come avere controllo delle mie insicurezze aderendo a un modello esterno di bellezza, sicurezza, successo che pensavo mi avrebbe fatto sentire adeguata e apprezzata. Queste interpretazioni della realtà diventano i principi che governano il modo in cui strutturiamo la nostra intera vita.
Spesso tendiamo a focalizzare troppo la nostra attenzione su aspetti esteriori a causa di una società che crea e promuove stereotipi fasulli e omologati. Tendiamo a cercare di costruire l‘autostima partendo da fattori esterni: l’aspetto fisico, il lavoro, ciò che dicono o pensano gli altri, i riconoscimenti esterni come voti, premi, promozioni, ecc.
Ma la nostra autostima non può che partire dall’interno. Bisogna apprezzarci per ciò che siamo, per le qualità che abbiamo e anche per i nostri difetti che ci rendono ancora più interessanti, unici e autentici. Non dico che non dobbiamo migliorare i fattori esterni se questo ci fa sentire meglio. Ma solo partendo dal cambiare il nostro dialogo interiore, le nostre convinzioni limitanti, il modo con cui scegliamo di vederci e vedere la realtà riusciamo a cambiare anche i fattori esterni in modo naturale e più consapevole.
Come diceva Einstein “Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente è un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa è un miracolo.” L’ottimista che crede che tutto è possibile dà un’interpretazione diversa della realtà del pessimista che teme di avere ragione.
Dalla voce che scegli di sentire e da ciò che scegli di vedere dipende interamente tutto ciò che credi di essere.
Come sono riuscita a liberarmi da questa convinzione?
Ho impiegato anni a capire come il lasciare che certi eventi ti facciano “sentire” in un certo modo in base all’interpretazione che ne dai può condizionare tutta la tua vita, dando origine a convinzioni limitanti che rendono difficile la piena espressione di sè.
In genere, quando proviamo emozioni forti, il nostro cervello memorizza istantaneamente l’interpretazione di un evento che ci ha fatto provare quell’emozione. E in quei momenti gettiamo il seme per lo sviluppo di convinzioni e credenze che influenzeranno tutta la nostra vita. In base alle convinzioni che abbiamo sviluppato sceglieremo di seguire un percorso piuttosto che un altro.
Di buono c’è che la vita ci ripresenta degli eventi finché non impariamo a vedere quegli eventi con occhi nuovi che ci consentono di evolvere. E’ un dono che la vita ci fa per aiutarci a cambiare strada, provare nuove alternative, e pensare a noi in un modo nuovo. Un modo che definisco “rivoluzionario”, perché rompe tutti gli schemi di pensiero e comportamento che ci siamo creati fin da bambini. E quando ciò accade, rimarrete meravigliati da come la realtà di fronte a voi cambia radicalmente. Nel mio caso ciò che non mi piaceva prima, ha iniziato a piacermi e anche gli altri hanno iniziato ad apprezzarmi.
Quando ho compreso come si innescano le paure e i limiti nella mia mente, ho iniziato a capire che quel meccanismo poteva essere disinnescato. Quelle catene che mi ero creata nella mia testa potevano essere spezzate. E potevo decidere liberamente di ri-interpretare quegli eventi in modo diverso, più potente e funzionale alla piena espressione di me.
Perché ho deciso di condividere questa parte di me in questo post?
Vorrei che tutti possano liberarsi dai propri limiti e dai fantasmi del passato. Vorrei che tutti si rendano conto che possono essere tutto ciò che di bello vogliono essere. Anzi vorrei che si accorgano che già lo sono e non riescono ancora a vederlo a causa di interpretazioni errate di eventi passati che condizionano le loro vite e che li portano a credere di non essere come vorrebbero.
You carry in your soul every ingredient necessary to turn your existence into joy. All you have to do is to mix those ingredients.
Porti nella tua anima tutti gli ingredienti che servono per trasformare la tua esistenza in gioia. Tutto ciò che devi fare è unire quegli ingredienti. (Hafiz)
Il poeta persiano Hafiz non poteva usare parole migliori.
In conclusione
C’è qualcosa di voi (non solo relativa all’aspetto fisico) che non vi è mai piaciuta e che avete sempre cercato di nascondere in qualche modo? Qual è? Vi siete mai chiesti quali eventi e quali interpretazioni errate di questi eventi vi hanno portato a convincervi di questo? Qual è l’emozione forte che avete provato che vi ha portato a interpretare la realtà in questo modo? Come quella convinzione ha condizionato la vostra vita?
Se ti interessa inizia un percorso per riconoscere e lavorare sulle tue convinzioni limitanti con l’obiettivo di liberarti da ciò che non serve alla piena espressione di te stessa, richiedi una telefonata informativa gratuita qui.
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